Bestemmiopoli: e arrivò la prima squalifica


L’allenatore del Chievo Domenico Di Carlo passerà alla storia calcistica italiana come il primo bestemmiatore punito. Per carità, lungi da me difendere la bestemmia e chi la dice. Poi con il lavoro che faccio, sai, rispondessi in modo blasfemo a quel sacerdote che non mi fa montare un nuovo impianto audio?
A parte le battute, bestemmiare è un reato, punibile, anche se ormai fa quasi parte del modo comune di parlare dell’italiano. Noi toscani poi siamo o siamo stati i bestemmiatori per eccellenza.
E siamo sinceri, chi non ha mai rivolto in vita sua una così pesante mala imprecazione? Un torto del capo, uno sfregio gratuito sull’auto, magari da poco acquistata. Di possibilità ce ne sono a bizeffe. E l’arbitro che ti nega o regala all’avversario il rigoretto?
Quante Ave Marie o Pater Noster da recitare per punizione.
Certo è andata meglio al Gigi Nazionale perchè hanno creduto al suo zio suino, oppure ad un altro giocatore, sempre del Chievo, tale Marcolini. Si legge nella decisione di non punizione di domenica scorsa:

Il calciatore clivense uscendo dal terreno di gioco in conseguenza dell’espulsione inflittagli dall’arbitro pochi attimi prima, proferiva apparentemente un’espressione gergale, in uso nel Triveneto e in Lombardia, con becero riferimento a ‘Diaz’ e non a Dio (il diverso movimento delle labbra nelle pronuncia della vocale aperta "A" rispetto alla vocale "O" legittima quanto meno un’incertezza interpretativa).

Ragazzi miei che "occhi" speciali ci sono sui campi di calcio. Magari non si vede un fallo grosso come una casa o un pallone che è entrato in rete, ma il labiale, quello non scappa.
Però la domanda mi sorge spontanea: questi signori che vedono e ascoltano bestemmie, conoscono bene tutte le lingue straniere dei giocatori presenti nei nostri campionati? Altrimenti sarebbe una specie di "bestemmiopoli" e squadre come l’Inter ad esempio sarebbero troppo favorite.

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